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Stamani, mentre mi recavo al lavoro di mattina prestissimo, ad un semaforo rosso, mi si è affiancata una donna a piedi: chiedeva l’elemosina.
Non mi pareva una professionista dell’accattonaggio, ma una semplice signora, con qualche problema psichiatrico, vagante alle 06.00 del mattino in una città ancora dormiente.
Alla sua richiesta di aiuto, ho alzato le spalle, facendo finta di non aver soldi. E a quei pochi automobilisti intorno a me, essa pareva invisibile.
... Mi sono vergognato per me stesso: quante "monetine" spendo in cose frivole nella mia giornata ? Quanti oggetti comprati mi sono realmente utili ? Sono anch’io chiuso in me stesso senza sapere condividere ? Si ... A prescindere dalla probabile destinazione delle "mie" monetine, non ho saputo condividere, non ho saputo compatire, non ho saputo non giudicare, non ho saputo ascoltarmi e com-patire, la vera ricchezza.
Ho messo delle monetine sul cruscotto, cosicchè non abbia neanche più la scusa di non riuscire a prendere il portamonete ad un semaforo prima che questo cambi stato e mi faccia ripartire verso un’altra giornata sempre di fretta, senza aver tempo di guardare negli occhi le persone intorno a me.
La mattina dopo, al solito incrocio, la signora non c’era, impedendo il mio temporaneo riscatto.
Dovrò cercarla nel viso dei vari invisibili incontrati lungo il mio cammino.
Quelle monetine dovranno diventare una traccia di un mio sentiero di fratellanza.
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